Recensioni al romanzo "Puttaniere blues"
Recensione di Chiara Bertazzoni su L'Urlo Storie provinciali di puttane e puttanieri in terra marchigiana Pelagio D’Afro è un autore che non smette mai di stupire. Uno e... quadrino (composto com'è da Roberto Fogliardi, Alessandro Papini, Giuseppe D'Emilio e Arturo Fabra), nasconde al suo interno anime contrastanti, eppure in armonia, che riescono a convivere e a creare romanzi dal sapore sempre nuovo. Dopo il suo esordio nel 2009 con il grottesco I ciccioni esplosivi, solo pochi mesi fa Pelagio D’Afro è tornato in libreria con il noir L’acqua tace, per stupirci adesso con un’opera dal titolo a dir poco evocativo: Puttaniere Blues. Con quest’opera l’autore multiplo si cimenta con uno dei generi più difficili, quello erotico, addentrandosi in un racconto dal sapore milleriano e oscuro, che scava all’interno dell’animo umano, in un’escalation inquietante e sempre più morbosa. Alberto - il protagonista - e i suoi amici vivono una vita diurna goliardica e tranquilla, che si contrappone a una vita notturna fatta di esperienze sempre più estreme e allucinate, cercando di sfuggire alla mediocrità che li uccide giorno dopo giorno. Il romanzo è diviso in tre atti, che corrispondono a tre fasi della vita del protagonista: "Hank è morto" (il momento ludico), "Con un grazie speciale" (le illusioni) e "Umori" (la consapevolezza). Puttaniere Blues non è un romanzo semplice, non racconta storie d’amore e non ha atmosfere rassicuranti ed edulcorate, ma arriva duro e diretto a toccare corde profonde, che forse ciascuno nasconde. Il desiderio, l’anelito verso qualcosa di più, la ricerca disperata di quell’altro che sta oltre, sono le energie che spingono la narrazione e il protagonista, così come il lettore, che deve staccarsi dagli schemi di un romanzo convenzionale, per addentrarsi in un viaggio spasmodico tra il sesso e la realtà. Puttaniere Blues è un romanzo originale e fuori dagli schemi, che permette di esplorare un mondo onirico e intrigante e regala la possibilità di conoscere Pelagio D’afro in un prospettiva completamente nuova, cattiva e intrigante. |